1997 - "I VIAGGI" DI ENZO AMENDOLA (Leopoldo Trieste)
I suoi battelli, coi viaggiatori a bordo, sono sempre vicinissimi, il cavalletto è presso le fiancate e le geometriche simmetrie bianche delle ringhiere, dei passamano, eppure sono misteriosi nelle direzioni e nelle destinazioni: verso isole lontane, o costa-costa sfiorando gli scogli (sono le Eolie? I mari di Ulisse e di Polifemo, gli isolotti di Maratea?)

E i mari, angusti eppure infiniti, indisturbati fino all'orizzonte, non ribollono di schiuma ma sono un nastro monocolore, turchino, violaceo: mi corre la memoria alla laguna veneziana di Fellini, in "Casanova", che era di plastica color pece, riverberata dalla finta luna dei "bruti".

Così questo artista, che, nel "viaggio" ritrova la severità concentrata della nostalgia e lo slancio fervido di esprimersi ed individuarsi, di dov'è in realtà? è un autentico viaggiatore, o si è fatto nei musei (che fascino i suoi Dionisi restaurati o gli eroi nobilmente drappeggiati), o nei libri dei "ritorni", dei "nostoi"? Non glielo chiederò perchè è meglio goderselo così, reale coi costumi da bagno e le borse che magari contengono e creme antisolari, e le cipolle e le pere gonfie, e insieme surreale nelle sue astrazioni di mare e di spazio.

Leopoldo Trieste

(Catalogo della mostra alla Galleria “Lombardi”. Roma, 1997)