2005 - L'ANIMA PERPETUA DEL MONDO (Aurelio Pes) Stampa E-mail
Fuori dal paradosso, tutte le autentiche rivoluzioni culturali sembrano trovare radicamento nella tradizione e nella continuità della storia.
Due sedie (2002)
Due sedie (2002)
Al punto che già il mondo greco, non limitandosi a perseguire una irrisolta originalità, si appagava invece d’un più raffinato confronto su antiche mitologie, capaci di rendere l’uomo attuale membro d’una comunità più ampia e composita.

Arte sull’arte o, più tecnicamente, trascrizione potrebbe definirsiun tale sistema di cultura, peraltro ancora vivo ai nostri giorni, se è vero che Ricasso nelle arcaiche maschere africane, Joyce nell’Odissea di Omero e nella Scienza Nuova di Vico, Pound ed Eliot nel serrato dialogo con Dante e gli stilnovisti, Strawinsky infine nell’attenta auscultazione del patrimonio musicale europeo, trovarono occasione per un autentico rinnovamento del loro linguaggio.

Fondata sulla regola che, - dice Nietzsche, - è più interessante dell’eccezione, quella che si è così definita trascrizione è un concetto mirabilmente elaborato negli scritti teorici di Friedrich Hoelderlin, uno dei rari artisti dotato di classicità, non semplice emulo, dunque, ma perfetto consanguineo di grandi tragici, quelli greci in particolare.

Per lui, nelle note che scrive all’Edipo e all’Antigone, il procedimento regale per conseguire il bello, il quale, una volta appreso, entrerà a far parte del patrimonio più prezioso del pensiero umano, trova origine soprattutto in “un calcolo regolato da leggi”.E poiché “all’arte moderna mancano la storia e il mestiere, manca cioè che il suo procedimento possa essere valutato e insegnato”, compito degli uomini nuovi consisterà nel far sì che essa, come per il passato, “divenga qualcosa, vale a dire che sia conoscibile per mezzo del suo apparire” e che consti “di princìpi e limiti sicuri e caratteristici. Fondamentale fra questi è appunto il calcolo regolato da leggi”.

È in perfetta analogia con queste idee che Enzo Amendola trascrive le sue levigate visioni dai Cartoon, dalle vetrine, dalla pubblicità e dalla moda, creando così una immediata sintonia con il nostro occhio percipiente; ma questo con lo scopo dichiarato di condurci poi, oltre il noto, verso le rivelazioni e le immagini araldiche dell’essere. E per dimostrare che tutto ciò non è da parte sua semplice imitazione dei Liechtenstein, dei Warhol, dei Rauschenberg, ecco Amendola porre in tensione i volti, i tessuti, gli oggetti quotidiani con la stautaria greca e romana, con le figure e i paesaggi scanditi dalle attente geometrie del Bauahus, quasi a insediare tutti gli apporti esterni nell’alveo d’una cultura del tutto nostra e condivisa. Ed ecco allora che tornano ad acquistare inusitata consistenza gli interni occidentali con i fiori; i corpi dolcemente addormentati; gli zaini e le figure che scandiscono gli spazi estesi dell’etere e del mare; gli anziani che sulle spiagge proiettano un’ombra immemorabile. Donne intanto si specchiano e confondono l’una con l’altra, mentre un cane si addentra nella babele di oggetti persone luci aromi, in cerca forse d’una traccia perduta o d’un più moderno codice visivo e olfattivo.

I ferri primordiali dei balconi nel contempo s’accendono del candore d’una sedia di plastica; mentre bianche scarpe da tennis abbandonate, tessuti policromi gonfi di vento, conseguono la metafisica consistenza del fuoco, che non casualmente nel mondo presocratico è unico fra i corpi e gli elementi che sappia accrescersi e nutrirsi di sé; e forse per questo sembrò rappresentare l’anima segreta che da sempre agisce nel mondo, lo esalta e lo perpetua.

Aurelio Pes

(Catalogo della Mostra Antologica presso il Museo Archeologico Regionale Eoliano, Lipari 2005)